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Le Cronache di YAIN
L’inizio del nostro viaggio
Ci sono tanti modi sbagliati di presentarsi: c’è la strategia tipica dei venditori di ingigantire i propri successi per impressionare chi si ha davanti (di moda su LinkedIn e tra i Fuffaguru!); ci si può presentare come il bastian contrario che pensa di avere sempre ragione, ma che non viene ascoltato da nessuno (un po’ come Cassandra); c’è chi prova a fare il simpatico a tutti i costi (risultato invece patetico). Tuttavia, e soprattutto nel 2025, l'errore peggiore che si possa fare è essere noiosi.
Fateci spiegare meglio: di per sé non c’è niente di male nelle cose noiose, come anzi spiegheremo meglio in questa newsletter, ma il problema vero è cercare di essere accurati e al contempo trasmettere informazioni utili al maggior numero di persone possibile nell’era di TikTok in cui i lettori vogliono informazioni precise e puntuali in meno di quindici secondi. Sembra un traguardo impossibile da raggiungere se si vuole parlare di finanza personale e investimenti; ma se esiste un modo per farcela è affidarsi a qualcuno con abbastanza esperienza da essere in grado di digerire e sintetizzare le informazioni. Questo è il motivo per cui pensiamo che YAIN sia un progetto estremamente necessario, specialmente al di fuori degli Stati Uniti in paesi come Italia e Giappone; entrambi abbiamo accumulato esperienza in ruoli dirigenziali nel mondo degli investimenti e adesso vorremmo condividere le informazioni acquisite negli ultimi decenni.
Antonio
Al mio matrimonio il mio testimone ha fatto un discorso molto bello sottolineando come nonostante sia difficile definire (e delimitare) cosa io faccia, per lui rimarrò sempre un regista teatrale. In fondo so che ha ragione.
Non voglio annoiare i più (né anticipare il contenuto di una mia autobiografia), ma poco più che ventenne ero convinto che sarei diventato un accademico, interessandomi di econometria, economia comportamentale e macroeconomia. Sono stato un assistente alla ricerca e alla didattica in Bocconi, ma allo stesso (come diceva Lorenzo) ero il regista di una compagnia teatrale nota come Hypocrites che aveva fatto in giro per l’Italia diversi spettacoli tra cui V per Vendetta (basato sull’opera di Moore) e Sleuth (Pinter). Alla fine dovetti scegliere tra le due carriere e temendo una vita di stenti optai per un dottorato di ricerca in economia all’Università di Zurigo.
Una delle cose che detesto dei social media è il fatto che generino una cultura di aspettative narcisistiche basate su persone che decantano i propri successi. Da ex-economista sono ben consapevole del cosiddetto survivor bias e di conseguenza credo profondamente che bisognerebbe essere orgogliosi altrettanto dei propri fallimenti; quindi senza vergogna confesso che non ho superato il mio primo anno di dottorato. Chi mi è stato vicino in quel periodo sa che a essere onesti non sia stata proprio tutta colpa mia, ma ciò non cambia la sostanza: dovevo trovarmi un lavoro vero e dopo essere cresciuto come una sorta di bambino prodigio (ho iniziato a lavorare come Research & Teaching Assistant in Bocconi a 21 anni) accusai pesantemente il colpo iniziando a sentirmi un fallito.
Per qualche motivo sono sempre stato scettico sulla finanza, forse solo perché i miei compagni di università che la studiavano non erano esattamente i tipi di persona con cui sarei uscito a cena e perciò, trovai naturale iniziare a cercare un lavoro nel tech. Infatti, essendo il figlio di un informatico, da bambino sono sempre stato appassionato di tecnologia e ho iniziato a giocare con MS DOS a cinque anni. Vi racconto un aneddoto: quando avevo quindici anni mio padre aveva impostato un timer che interrompeva la connessione internet alle 22 in punto. Tuttavia, i miei amici erano ancora connessi su MSN Messenger a quell’ora ed essere l’unico a disconnettersi mi creava non pochi imbarazzi: quindi dovevo trovare un modo per hackerare il mio computer… e ci riuscì!
Dopo essermi consultato con il mio mentore, siamo stati d’accordo che avrei trovato più stimolante lavorare nel mondo delle startup rispetto alle grandi aziende strutturate e che di conseguenza avrei dovuto focalizzare la mia ricerca su quel tipo di aziende piuttosto che su un settore specifico. Ho quindi deciso di fare domanda in una azienda che mi ha subito affascinato: Amagis Capital, un gruppo fondato da leader d’eccezione (Simone Russo, Guido Miani e Andrea Angelone) che stava cercando un profilo quantitativo per dirigere sia le funzioni di risk management e compliance che in generale l’ufficio Maltese. Okay, era finanza nonostante io avessi spergiurato che non avrei mai lavorato in finanza, ma fu un colpo di fulmine con il progetto e i futuri colleghi.
Quando ho iniziato, Amagis era relativamente piccola, con un patrimonio gestito di meno di venti milioni di dollari (per dare un’idea, le grandi aziende come Blackrock gestiscono migliaia di miliardi). Tuttavia, grazie alla sapiente guida di Simone, nel ruolo di CEO, in pochi anni Amagis è diventata un’azienda leader per la strutturazione di prodotti finanziari, risk management e servizi di compliance, servendo adesso oltre 2.5 miliardi di dollari in diverse asset class con questi servizi. E’ stato intenso, soprattutto considerando che ho dovuto imparare e costruire tutto da zero, ma a oggi sono uno degli azionisti del gruppo Amagis e supervisiono uno spin-off specializzato nel rendere la cybersecurity accessibile a tutti. Proprio grazie a questa esperienza ho conosciuto Attilio...
Attilio
Avevo appena completato i miei studi in informatica quando un giorno, tornando a casa dal mio primo lavoro presso una piccola societa’ di consulenza, incontrai per caso un mio ex compagno di università sul tram che mi parlò di un annuncio sulla bacheca della nostra facoltà da parte di JP Morgan che cercava un neolaureato: mai potevo immaginare in quel momento che la mia vita sarebbe cambiata drasticamente. Qualche giorno dopo mi ritrovai seduto nei loro uffici dove mi fu posta la domanda più intimidatoria di tutte: "Sa cosa facciamo?" Con totale onestà, risposi: "No, non so cosa facciate!". Ed è così che nacque il banchiere più improbabile al mondo. Non sapevo nulla di finanza, ma ero giovane, entusiasta, impavido, desideroso di esplorare il mondo e, soprattutto, non avevo nulla da perdere.
Qualche mese dopo, JP Morgan mi trasferì a Londra dove entrai a far parte del team di trading su Credit Hybrids, pioniere nel trading di credito strutturato e derivati di credito esotici. Era un mondo nuovo ma affascinante: chi avrebbe mai pensato che le persone fossero interessate a comprare e vendere le probabilità di fallimento delle aziende o la loro probabilità di fallire insieme? Gli affari esplosero, crescendo esponenzialmente, e io crescevo insieme a loro.
I successivi quindici anni sono volati: JP Morgan, Deutsche Bank, Merrill Lynch e Mediobanca, tra Londra e Tokyo, infinite ore di lavoro, persone fantastiche (ma anche alcune discutibili), momenti esilaranti e la grande crisi finanziaria. A Merrill Lynch sono diventato Managing Director, dirigendo il trading su Credit Correlation in Europa e poco dopo ho diretto tutto il dipartimento di trading sul credito (focalizzandomi su credito strutturato e attivi illiquidi) a Mediobanca, dove ho anche contribuito all’avvio delle attività a Londra. Con l’aumentare delle responsabilità si presentava anche una nuova sfida: la politica, qualcosa a cui non ero né pronto né interessato. Il divertimento stava via via svanendo e ora avevo una famiglia e una vita al di fuori del lavoro e volevo qualcosa di diverso.
Prima vi parlavo di Tokyo giusto? Verso la fine del mio secondo anno a Deutsche Bank mi chiesero di spostarmi in Giappone per supportare lo sviluppo del dipartimento di correlation trading in Asia. All’inizio esitai perché si trattava di una decisione importante, ma alla fine non resistetti al fascino di luoghi nuovi ed esotici. Ero cresciuto guardando i cartoni animati giapponesi e per questo ero entusiasta all’idea di mettere finalmente piede in Giappone. Nonostante un inizio difficile, mi innamorai di Tokyo: le persone, il cibo, la cultura, gli odori, i suoni, i kimoni, i treni… tutto. Quando me ne andai sapevo che si sarebbe trattato di un semplice arrivederci. Una volta rientrato a Londra incontrai mia moglie che –non a caso– è giapponese.
Anni dopo sono rientrato in Giappone, questa volta non da banker ma da investitore e imprenditore. Ho fondato KP Holdings, una società di investimento, sviscerando concetti quali ritorno sul capitale investito, costo del capitale e compounding (tutti temi di cui parleremo nelle prossime puntate). In otto anni abbiamo investito in crediti, bonds, equity, immobili, e opportunità di crediti in sofferenza.
E Malta? I miei figli avevano raggiunto l’età scolare e volevo imparassero l’inglese e facessero una esperienza in Europa. L'esito della Brexit non era ancora chiaro, avevo alcuni amici a Malta, ho controllato le scuole, il clima e le spiagge e mi sono trasferito di nuovo.
E adesso?
Adesso viviamo entrambi a Milano e abbiamo deciso di lanciare YAIN, un progetto educativo che nasce in seguito alle numerose domande di parenti e amici su prodotti finanziari e investimenti: finalmente abbiamo un link da condividere con loro! La prima settimana di ogni mese racconteremo la storia di alcuni investitori eccezionali perché, come dice Warren Buffett, sarà un caso, ma sembrerebbe che tutti i mega-investitori che seguono i principi che noi condividiamo nel lungo periodo ottengono risultati migliori del mercato. Almeno una volta a settimana pubblicheremo un articolo gratuito che potrebbe parlare di finanza personale, investimenti, notizie, o qualunque cosa ci vada di scrivere: è importante avere un piano editoriale, ma è ancora più importante avere qualcosa rilevante da dire e ascoltare quello che voi trovate più utile; quindi non saremo rigidi e cercheremo di integrare i vostri suggerimenti per quanto possibile.
Abbiamo anche predisposto due opzioni a pagamento, ma è importante sottolineare che queste sono i nostri unici proventi da questo progetto. Infatti, percependo entrambi altre fonti di reddito, chiediamo un piccolo contributo a chiunque voglia supportarci per aiutarci a coprire i costi IT (il dominio web, alcuni software-as-a-service, le sottoscrizioni a dati finanziari etc…) e il tempo che dedicheremo al progetto. In cambio, scriveremo solo di aziende in cui noi stessi abbiamo scelto di investire il nostro denaro e con cui non abbiamo alcuna affiliazione o alcun incentivo finanziario.
Cosa otterrete con i piani a pagamento? Innanzitutto la nostra gratitudine per il supporto affatto scontato. Noi pubblicheremo almeno mensilmente un'analisi dettagliata di una società che, dopo i primi paragrafi, sarà accessibile solo ai nostri lettori a pagamento. Queste analisi descriveranno perché riteniamo alcune società meritevoli di investimenti, focalizzandoci sia sui cosiddetti fondamentali (ovvero quei parametri che vengono dal bilancio dell'azienda stessa) che su aspetti qualitativi (il management, la nostra opinione sulle possibilità future, etc…). Inoltre, alla fine di ogni mese, aggiorneremo una lista di aziende e obbligazioni che riteniamo meritevoli di investimento (il cosiddetto universo investibile). Notate che l’universo investibile è solo la lista dei prodotti finanziari che pensiamo siano in linea con la nostra filosofia di investimento, ma non tiene in considerazione né aspetti sulla valutazione né se possediamo quello specifico strumento in quel momento. A fine mese, pubblicheremo anche la lista dei prodotti finanziari che compriamo e vendiamo, affinché possiate tenere traccia della nostra performance per validare ciò che facciamo. Abbiamo scelto di farlo a fine mese per un motivo molto semplice: quando diciamo di non fare consulenza in materia di investimenti lo crediamo profondamente e quindi non vogliamo che i nostri lettori copino passivamente le nostre transazioni o abbiano la percezione sia il momento giusto o sbagliato di vendere qualcosa. Allo stesso tempo però noi crediamo profondamente nel seguente principio e pensiamo che chiunque scriva, parli o lavori nel mondo degli investimenti dovrebbe fare altrettanto:
Non chiedete mai a nessuno un'opinione, una previsione o una raccomandazione. Chiedete semplicemente che cosa hanno - o non hanno - nel loro portafoglio... Trovo profondamente immorale parlare senza fare, senza esporsi a un danno, senza mettersi in gioco, senza rischiare qualcosa. Si esprime la propria opinione, che può danneggiare altri (che ci fanno affidamento), eppure non si incorre in alcuna responsabilità. Vi pare giusto?
Nassim Nicholas Taleb
Infine, vorremmo creare uno spazio per la community di Yainers (più informazioni su questo in futuro) dove discutere di mercati, aziende, macroeconomia, etc… e dove i nostri lettori possano avere l’opportunità di parlare con noi direttamente come veri e propri partner.
Quindi, per ricapitolare, avete tre opzioni:
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Capiamo perfettamente che potrebbe essere una cifra importante per molti di voi e dal momento che il nostro fine ultimo è diffondere conoscenza, per chi riuscisse a portare nuovi iscritti alla newsletter sarà possibile sbloccare alcuni contenuti a pagamento gratuitamente! Non appena avrete portato 12 nuovi iscritti utilizzando il vostro link di referral riceverete automaticamente accesso al piano Supporter per 12 mesi, e non appena raggiungerete i 25 nuovi iscritti otterrete il piano Partner per un anno intero!
Benvenuti nelle Cronache di YAIN!